La legge di Stabilità conferma le agevolazioni per la piccola proprietà contadina, ma intanto sta per partire il programma di dismissioni di terreni da parte dello Stato
Lo sostengono gli operatori immobiliari, lo confessa la gente, lo indicano le ricerche di mercato: continua a crescere l’economia ‘green‘. Ed è un ritorno al passato, quando si compravano terreni agricoli da coltivare e magari ricavarne un reddito.
Il legislatore ha intercettato la tendenza e con la legge di Stabilità ha confermato le agevolazioni al trasferimento di fondi coltivabili. Due gli strumenti potenzialmente accostabili: i benefici della piccola proprietà contadina, e l’acquisto semplificato per dismissione dello Stato.
Quest’ultima possibilità è già prevista con la legge 27/2012, mentre sull’acquisto dei terreni da parte degli agricoltori rimane l’applicazione della sola imposta catastale in misura dell’1 percento e delle imposte fisse di registro e ipoteca (168 euro fino a fine anno, poi 200). Il pacchetto per il mantenimento della piccola proprietà contadina (P.P.C.) rischiava di non essere più applicabile a partire dal primo gennaio, in ragione dell’entrata in vigore anticipata delle disposizioni sulla ‘fiscalità municipale’.
Il decreto sulla dismissione, a dire il vero, non è ancora in vigore ma quando arriverà il provvedimento attuativo del ministero dell’Agricoltura con quello dell’Economia, sarà offerta ai giovani imprenditori una prelazione all’acquisto dei terreni ci cui lo Stato ha deciso di liberarsi. Questi però non potranno cambiare destinazione d’uso (rimanendo agricoli) prima che passino 20 anni dalla trascrizione del contratto.
Una classifica prodotta a novembre dall’Ufficio studi di Confartigianato diceva che, tra il 2009 e il 2013, il record del dinamismo imprenditoriale appartiene alle aziende ‘in verde’. Altro dato significativo è l’aumento delle iscrizioni universitarie alle facoltà agrarie: in media + 25 percento rispetto al 2012.
